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domingo, 29 de enero de 2012

TERRA DI SCULTORI


Dopo una breve visita a Popayan, splendida cittadina coloniale, seguendo il consiglio di molti viaggiatori incontrati lungo il cammino, andammo a San Agustin.
Grazie a due simpatici signori del posto trovammo accoglienza in una casa fuori paese in cui vive la signora Ortencia e la sua famiglia. Con soli 10000 pesos, cioe' meno di 5 euro avevamo una stanza indipendente tutta per noi e uso di bagno e lavatoio (per vestiti e piatti) in giardino in comune con la famiglia. Per cucinare c'era a disposizione un barbecue e della legna vicino all'orto. La nostra stanza condivideva una parete con il pollaio e percio ogni mattina venivamo svegliati dal gallo che sembrava a letto con noi! Le galline passavano la maggior parte del tempo in giro dove pareva loro, tanto che dovevamo assicurarci di tenere chiusa la porta della stanza per non trovare una sorpresina al rientro. Certo la sistemazione non era delle più comode, ma dopo il secondo giorno già eravamo a nostro agio. Dall'altra parte del patio in una casetta separata stava vivendo da un mesetto una coppia argentino-peruviana lei artigiana in viaggio e maestra a Buenos Aires, lui giocoliere. Ovviamente legammo da subito. La signora Ortencia ogni mattina ci offriva caffe con panela (la condensazione del succo della canna da zucchero) e qualche dolcetto quando ne faceva per la famiglia. L'idea era di fermarci un paio di giorni ma non potemmo rifare le valigie prima di una settimana. Provammo anche il business di vendere pagnottelle fatte in casa (al barbecue) di vari sapori (alla pizzaiola, all'aglio, alla cipolla e alle olive) ma quando arrivammo al fiume, luogo scelto strategicamente per il lancio del nostro prodotto, l'ora di pranzo era già passata e la gente era già con la pancia piena. Vendemmo due panetti guadagnando ben 2 euro. Beh, guadagnando no, se si considerano le spese. Il fallimento del lancio determino' la demoralizzazione dei cuochi e la rinuncia dell'impresa.
Decidemmo di dedicarci all'arricchimento culturale e ci immergemmo in ciò che si rivelo' un piacere per gli occhi, per il cuore e per lo spirito: le sculture precolombiane della zona. L'aera di San Agustin e' infatti uno dei siti archeologici più importanti della Colombia. Le statue, che sono finemente incise sulla pietra, si possono trovare nel Parque Arqueologico de San Agustin e in altre aree tra le colline circostanti. Questa zona 2000 anni fa era abitata (300 a.C. - 1 d.C) e poi, fino al 900, venne adibita alla sola sepoltura dei morti e probabilmente alle relative cerimonie. Vennero scavate varie colline che diedero alla luce tombe maestose e centinaia di statue monolitiche, alcune delle quali conservano i colori originari. La scoperta risale al 1757, ma non venne considerata seriamente fino all'inizio del secolo scorso, anzi, nel mentre avvennero saccheggi che impedirono uno studio più accurato della cultura. Comunque e' abbastanza evidente che in questo antico popolo vi erano delle differenze di classe infatti le tombe dei “nobili” o capi clan erano meglio adornate e spesso coperte sia da un sarcofago che da una statua e situate su tumuli di terra, sia per un motivo mistico, quello di avvicinarle al Sole, sia per una ragione piú pratica, ovvero preservarle da possibili inondazioni. Il popolo veniva invece interrato in tombe più semplici e nessuna statua veniva collocata all’entrata della tomba.
Le statue rappresentano per lo più shamani durante i loro rituali, con la faccia coperta da una maschera. Alcune hanno in mano il poporo, ossia il vasetto di argilla in cui veniva contenuta il miscuglio di cenere e calce che con un paletto veniva portato alla bocca allo scopo di liberare le sostanze alcalinoidi delle foglie di coca che masticavano. Altre rappresentano il shamano durante un suo viaggio, ossia mentre assumeva lo yaje, una bevanda estratta da una pianta che provoca il vomito e allucinazioni e che ancora viene usata nelle comunità' indigene per ripulire corpo e anima (molti shamani vendono la “pulizia” ai turisti, ma sembra che di questi ultimi, non tutti hanno la fortuna di partecipare ad un rituale ben fatto e ad opera di un vero e bravo shamano..chissà se noi durante il viaggio riusciremo ad avere questa possibilita'...). In alcune sembra essere rappresentato proprio il momento del vomito a causa del trip! Altre statue raffigurano animali con alto valore simbolico come la rana, che simboleggia la pioggia e la fertilità, il serpente, che significa vita e morte in gran parte delle culture pre-colombiane, i roditori, come esempio di fertilità, e il giaguaro e l’aquila, simboli di forza e maestositá. Anche la figura femminile e la fertilità sono riprodotte in molte sculture cosi come quella del guerriero. Sembra che a quel tempo fosse più importante la casa del morto che quella del vivo, infatti delle capanne in cui passavano la vita terrena le persone, anche le più ricche, non rimane che i buchi con pietre in cui affondavano i pali che sostenevano le pareti. Nelle tombe, vennero trovati anche oggetti che rimandano alle loro attivita': questa cultura si dedicava soprattutto all'agricoltura, specialmente di mais e yuca e alla lavorazione dell'oro.
Il contesto montagnoso e collinare in vicinanza alla sorgente di ben due fiumi che attraversano tutta la Colombia per sfociare nel mar dei Caraibi rende il posto ancora più magico e intriso di energia e le splendide camminate per raggiungere i vari siti aiutarono a connetterci con questa antica cultura cosi prospera e spirituale.



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