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lunes, 21 de noviembre de 2011

Gibilterra-Gran Canaria

Finalmenteeeeeeeeeeee!Mamma mia, che bello vedere le case, la gente al molo, le macchine, i semafori...che fighi i semafori, ma quanto sono fighi i semafori? Quell'alternarsi di rosso, arancione e verde...è così casalingo, così fermo, così terraaaaaaaaaaaa!!Certo che se mi sento così dopo soli 4 giorni di navigazione cosa succederà quando arriveremo ai Caraibi? Va beh, comunque la prima tappa è raggiunta. L'equipaggio è stato organizzato in due gruppi: il primo gruppo è formato dal capitano, sua moglie Allison e Ted, il fratello di Allison. Il secondo da me, Nico, Cris ed Elizabeth. Il primo gruppo i cui membri sono i piu' esperti, durante il giorno ha guardie di 4 ore alla volta e di notte 3 e il nostro gruppo sempre 3 e quindi vuol dire che lavoriamo 3 e poi siamo liberi 6. 3-6-3-6-3-6-3-6 ecc. e in piu' noi un giorno ogni quattro siamo i cuochi del giorno, e il cuoco del giorno prepara colazione, pranzo e cena e pulisce, ma diciamo che si riposa anche un bel po'.  Io credo che ad un certo punto non ci ho capito piu' niente e sostanzialmente dopo le mie 3 ore di guardia mi infilavo in cabina a dormire, forse per non sentire il mal di mare. Risultato (o causa, non lo so): alienamento quasi totale, confusione tra giorno e notte, confusione generale, sonno continuo. Non riuscivo a stare in coperta se non sotto le coperte. La guardia andava bene, a parte una volta che ho fatto una gettata cosi, giusto per dare da mangiare ai pesci, ma poi finito il turno attraversavo la zona della sala veloce come un missile per raggiungere la postazione in cui potevo scollegarmi completamente dal mondo.  E' incredibile quanto il tempo sia assolutamente relativo: per me questi 4 giorni sono stati almeno 15. Sarà stato perchè ho dormito alla fine di ogni turno, o perchè sono stata male...non lo so, ma mi è sembrato un viaggio eterno, soprattutto l'ultimo giorno, quando ormai mi ero detta "'fanculo, io scendo alle Canarie, ma chi cazzo ha mai detto che bisogna attraversare l'oceano in barca a vela? Cos'è questa necessità di avventura? Questo voler x forza fare le cose in un'altra maniera, fare le missioni impossibili? Perchè dobbiamo fare i navigatori fighi se non sappiamo nemmeno come si apre una vela???Ma chi me lo fa fare, basta, me ne vado! Scendo qui, alla fine siamo alle Canarie, mica a Torcello, no?Che cazzo, l'esperienza l'abbiamo fatta. Bello, grazie. E poi questi parlano sto americano che porca troia non si capisce un cazzo awana gana, arrana wana, ma parla come che ti magni!" e quindi contavo i minuti, mentre il vento era sempre piu' forte e la barca dondolava in maniera sempre piu' insopportabile. Avevo anche detto a Nico
che lui avrebbe dovutro continuare senza di me, perchè se per lui era importante non doveva lasciarsi scappare questa possibilità, che davvero ci è piovuta dal cielo. Ci saremmo potuti incontrare poi ai Caraibi, o in Messico o in un cavolo di angolo di mondo che non si muova in continuazione..ma lui, dopo essere stato un bel pò sul ponte a fissare l'orizzonte, come i veri marinai, è sceso in cabina dicendomi che sarebbe rimasto con me, che comunque dalle Canarie sarebbe iniziata un'altra avventura, e che ci sarebbe stata un'altra possibilità per navigare in un altro momento.
Sarà stato l'amore di Nico, sarà stata la storiella che il capitano mi ha voluto raccontare e che io non riprodurro' ma il cui succo era che le cose se le si suda hanno un sapore piu' buono...sarà stata la felicità dell'arrivo, o il fatto che una volta fermi il male si e' volatilizzato completamente e sedutastante ed e' rimasto il ricordo dell'emozione data dai miei amici delfini che giocherellavano vicino alla barca, dalla tartaruga solitaria, dalle balenottere che facevano capriole l'una vicino all'altra, dal pesce volante ritrovato una mattina sul ponte
La nostra Aphrodite e sullo sfondo le barche dell'ARC
e dalla luna che illumina il mare. Sarà stata la empatia nel vedere la partenza delle 270 barche dell'ARC, la regata che ogni anno parte dalle Canarie per arrivare ai Caraibi.
Sarà stata la magia del mare, non lo so, ma ho deciso di rimanere, attraversare sta pozzanghera atlantica ed arrivare a questi Caraibi tanto sognati, provando sulla mia pelle quanto e' grande sto nostro mondo.

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