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jueves, 22 de marzo de 2012

IL LAGO TITICACA. UN MITO TRA PERU' E BOLIVIA

Tutti mi avevano detto che a Puno mi sarei congelata dal freddo e che avrei avuto bisogno delle bombole d'ossigeno. Le bombole non le ho usate, anche se effettivamente per fare due gradini mi batteva il cuore a mille e mi dovevo fermare a riposare, ma freddo davvero non ce n'è stato, anzi, siamo stati accompagnati da un bel sole che rifletteva sul lago. Il lago Titicaca, con i suoi 4000 metri e' il lago navigabile più alto del mondo ma l'aspetto più shoccante e' la sua estensione, essendo lungo 230 km e largo 97. Sto parlando del luogo dove, secondo la leggenda, nacquero gli Inca, ma questo riguarda il lato Boliviano...infatti Perù e Bolivia si dividono questo enorme specchio d'acqua. Nella parte peruviana, si possono raggiungere imbarcandosi da Puno le famose Islas Flotantes, ossia le isole galleggianti. Si tratta di isole che effettivamente galleggiano, costruite con radici e giunchi di totora, una specie di canna che cresce nel lago. Ogni 20 giorni gli isolani devono aggiungere una cappa di materiale perché l'acqua e le intemperie lo fanno man mano degradare e se non ci stessero dietro affonderebbero! Queste isole furono create inizialmente dagli Uros, che, non volendo esser sottomessi dagli inca, deciderono di rifugiarsi nel lago. Poi con il tempo anche gli Aimara si rifugiarono nelle stesse isole e mescolandosi con il piccolo popolo degli Uros determinarono l'estinzione di quest'ultimo. Gli Aimara pur essendo conquistati dagli inca, non si integrarono mai completamente e tutt'oggi parlano la loro lingua, a differenza degli altri popoli che persero la loro a favore della lingua quechua. Il presidente della Bolivia Evo Morales e' un aimara, ma ne parleremo una volta passato il confine!
Purtroppo oggi queste isole sono stra commercializzate e visitarle e' come assistere ad uno spettacolino il cui fine e' la vendita di oggetti artigianali e industriali locali. Anche il giretto nella barca di totora e' puramente turistico, infatti queste barche vengono costruite esclusivamente per questa ragione. Insomma, molto interessante vedere che l'uomo si riesce ad adattare e vivere addirittura in mezzo ad un lago, senza bisogno di terra, ma lo show era veramente triste, come triste e' venir a sapere che ora non potrebbero più vivere di pesca come facevano un tempo perché, attratta dal turismo, moltissima gente della costa e' andata a vivere nelle isole e queste non sono più auto-sostenibili, se non con i soldi dei visitatori che sono praticamente costretti a comprare artigianato, pagare l'ingresso e farsi il giretto in barca.
Non e' stato il miglior modo di lasciare il Perù, ma questa ultima brutta esperienza non potrà cancellare un mese di esperienze bellissime.
Per raggiungere il lato Boliviano abbiamo preso un autobus. Il passaggio della frontiera e' stato il più divertente di tutti: il pullman ci ha fatto scendere sul lato peruviano, affinché cambiassimo i soldi e facessimo le pratiche burocratiche di uscita dal paese. Poi abbiamo tutti camminato verso il lato boliviano, dove successivamente avremmo ripreso lo stesso pullman, ma nell'ufficio della frontiera non c'era nessuno. Abbiamo aspettato una decina di minuti. Eravamo circa un trentina di persone in fila che si domandava dove caspita fossero i boliviani Ad un certo punto vediamo arrivare un gruppo di uomini con le divise di una squadra di calcio, scarpette coi tacchetti e grondanti di sudore....erano loro!!! Erano stati avvertiti da un poliziotto che ci aveva visto e avevano interrotto la loro partita! Che storie! In un secondo abbiamo avuto il nostro bellissimo timbro (volevano tornare a giocare al più presto!) e siamo risaliti in pullman. Più semplice di cosi non si può!
Il nostro viaggio in Bolivia e' iniziato egregiamente, dopo una breve visita alla Isla de la Luna, dove c'era il tempio delle donne, nella Isla del Sol, la isola originaria degli Inca e, prima di loro dei Tiahuanacu, il popolo da cui derivano gli Inca che aveva conquistato tutta la zona del lago. Secondo la mitologia incaica, qui nacque il dio Inti, ossia il dio sole, che poi creo il dio Viracocha, che e' il creatore del mondo.
L'isola e' abitata oggi da due comunità, che si dividono la isola in due parti, la sud e la nord e se la gestiscono separatamente anche dal punto di vista turistico. Noi siamo arrivati con la barca nella parte sud, dove abbiamo visitato il templo del sol e dove abbiamo iniziato il sentiero che, percorrendo tutta l'isola sul filo della montagna (che non e' eccessivamente alta rispetto alla costa) porta alla parte nord dell'isola. La camminata e' stata piacevole, con vista al lago (che sembra veramente il mare data la sua grandezza) vari tratti di boschetto (artificiale) e molti di terra spoglia (a questa altitudine la vegetazione non ce la fa). Tra una parte e l'altra ci sono gli isolani addetti al controllo del biglietto (bisogna pagare una piccolissima somma per avere accesso ad entrambe le zone) con cui ci siamo fatti due chiacchiere e due risate. Il sole ci ha accompagnato durante le 5-6 ore di cammino e siamo arrivati al tramonto nella parte nord, accolti dalla Roca Sagrada, cioe la roccia sacra dove va a riposare il sole e davanti alla quale venivano fatte le cerimonie e dal bellissimo labirinto incaico. Tra tramonto, stanchezza e sacralità del posto, questo momento ha avuto tratti magici e ci ha fatto camminare in una sorta di trans fino alla spiaggetta in cui abbiamo accampato, vicino ad altre tende, mentre dall'alto ci guardavano Venere e Giove stretti stretti come non mai.
La notte ha diluviato e io son stata un bel po sveglia e intimorita ad ascoltare la forza della natura (sola soletta perché Nico non ne ha voluto sapere di proteggermi dai mostri, anzi, diciamo che quasi non si e' accorto del temporale) e, avendo messo un po' alla cazzo i picchetti sulla sabbia (non sembrava dovesse piovere), ci siamo svegliati in mezzo all'acqua. Questo pero' non ci ha scoraggiato, anzi, abbiamo deciso di stare una notte in più, data la meraviglia del posto. Il giorno dopo abbiamo camminato per un altro sentiero che ci ha portato in mezzo ai villaggetti e alle terrazze coltivate della comunità nord e ci ha fatto incontrare vari contadini e persone semplici con cui scambiare due parole. Da alcune parti dell'isola si vedeva la Cordillera Real, picchi di 6000 metri ovviamente innevati e ovviamente un tempo adorati dagli abitanti del posto. Uno splendore. Quest'isola ci ha rilassato a livelli estremi, e ci ha lasciato a bocca aperta ed in silenzio per due giorni. Abbiamo camminato moltissimo, ma come se ci muovesse qualcosa di più forte di noi. Semplicemente camminavamo per cambiare il punto di vista da cui ammirare seduti in silenzio il panorama. Niente di più. E scusate se e' poco. 

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