Credo stia giocando con noi. E' ormai quasi un'ora che ci gira intorno, si allontana, volteggia nell'aria, va in alto, sempre più' su, per poi improvvisamente buttarsi giù' a picco nell'acqua per pescare, o più' semplicemente per divertimento. Ora che ci penso e' un bel po' che non vedevo un gabbiano. Sara' segno che ci stiamo avvicinando a terra? Eccolo che torna, gira intorno alla barca e poi si allontana nuovamente. Che sensazione di pace che mette. Sono sul ponte, gambe incrociate, auricolari nelle orecchie. In quest'ora del giorno e' piacevole essere di guardia, mentre tutti dormicchiano, si rilassano e sono un po' semi rimbambiti dopo il pranzo. Specialmente oggi che il cielo e' coperto e il caldo ammazzante ha lasciato spazio ad un venticello fresco. Le nuvole sono molto belle in questi ultimi giorni. Alcune sono bianche e ricciolone e sembrano pecorelle che si rincorrono. Altre sono lunghe e sottili. Altre ancora sono ciccione e nere sul fondo e a volte si sfumano verso il
mare lasciando intendere che in quell'aria c'e' un bel temporale in corso. Ieri mattina mi sono svegliata per preparare le colazioni dato che ero la cuoca del giorno e ho ritrovato la sala sgocciolante e Scott, Chris ed Elizabeth sul ponte, tutti incapucciati, che dopo aver sistemato le vele nel modo piu' consono si godevano la tempesta. Il mare era grigio e si vedevano le gocce sbattere sulla sua superficie. Il cielo era tutto bianco, forse perche' la pioggia era cosi' fitta che non si riusciva a vedere niente. Al riparo dentro un contenitore di plastica da cucina, coperto da uno straccio c'era un uccellino nero tutto bagnato che si stava riposando. L'aveva trovato il capitano alle prime luci dell'alba. Era sul ponte, vicino al motoscafo. Era stato sbattuto qua e la dalla tempesta e probabilmente se non avesse trovato la nostra barca, sarebbe annegato stremato. Lo abbiamo lasciato riposare tutta la mattina e poi, una volta uscito il sole, ci siamo riuniti intorno al tavolo fuori e l
entamente abbiamo alzato lo straccio ed il suo salvatore gli ha porto la mano per aiutarlo ad uscire. L'uccellino sembrava aver capito che lo avevamo salvato e dolcemente ha accettato l'aiuto di Scott ed e' rimasto un po' li', sul palmo della sua mano. Non ha voluto il pesce crudo che gli abbiamo offerto, ma e' rimasto qualche minuto in nostra compagnia, quasi per ringraziarci, poi ha aperto le alette, le ha fatte asciugare dal venticello che soffiava gentilmente e dopo una ultima occhiata al capitano, ha puntato l'orizzonte ed ha spiccato il volo. Ci ha accompagnati per qualche secondo e poi si e' allontanato volando felice. Ah, che bella sensazione! Gli uccelli regalano sempre delle grandi emozioni in questa vita da lupi di mare! Ci fanno compagnia e ci riempiono la giornata. Cosi' come i pesci volanti, che non avevo mai visto prima di questo viaggio ed ora vedo ogni giorno e sono parte integrante della nostra quotidianità. Di solito si muovono in gruppo, ma a volte anche in solitu
dine. Li vedi sguazzare fuori dall'acqua e svolazzare a raso-mare per qualche metro, per poi rituffarsi. A volte entrano in un'onda per poi uscirne e ributtarsi in quella successiva. Mi domando cosa mangino, cosa li spinge a lasciare la dimensione acquatica per esplorare quella della superficie. Il capitano dice che secondo lui escono quando sono minacciati da un altro pesce che se li vuole pappare. Lo fanno fesso insomma. Ma poi sai che sfiga se quando si ributtano arrivano proprio davanti al naso di un altro pesciolone magari ancora più stronzo? Comunque sono simpatici e per un attimo ci danno la possibilità di entrare in contatto con un pezzo di vita marina, altrimenti a noi sconosciuta e misteriosa. Ricordano un po' i delfini. E i delfini ricordano i gabbiani. Sono tutti amici che apprezzano la nostra presenza e ci fanno le feste rincorrendo la barca per un po'. Amici di acqua ed amici di aria. Alla fine il mare e il cielo a volte si fondono e si confondono, come nel caso delle
nuvole che lasciando cadere la pioggia si sfumano fino a toccare l'acqua. Sono in simbiosi: quando e' incazzato uno anche l'altro si ingrigisce. Al tramonto il cielo arrossisce e il mare forse si imbarazza e diventa anche lui tutto rosso. La notte scompaiono entrambi per lasciarci intravedere l'universo e ricordarci che facciamo parte di una realtà ancora più grande. Si potrebbe pensare che in una traversata oceanica l'acqua sia la protagonista...e invece no, non solo! E' il cielo che svela i segreti e da' consigli per poter essere sicuri in mare. Bisogna solo imparare a leggerli. Un buon navigatore conosce e riconosce le nuvole, sa come sfruttare il vento e come trarre vantaggio dalle tempeste o evitarle. E quando il caldo e' straziante il vento corre in nostro soccorso e ci accarezza rinfrescandoci. I due elementi, aria ed acqua, sono entrambi la linfa del nostro viaggio.
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