So che e' l'ultimo, ma sta volta il turno di notte mi pesa davvero tanto, non riesco a tenere gli occhi aperti. Le provo tutte: musica, step (abbiamo uno step di quelli a pedali per fare due passi anche in barca!), teh, biscottino, gps, niente, ho troppo troppo sonno. Eppure la luna e' un pallone rotondo e dovrebbe aiutare. Sono le 2 e 15, mancano ancora 45 minuti, come faccio? Ehi, ma, aspetta, cos'e' quella luce? No sono più' di una. Non puo' essere una barca...ehi, fammi vedere meglio...ODDIO! Mi si sgranano gli occhi, mi sveglio di botto: LAND! I've seen it! Ehi l'ho vista per prima, l'ho vista per prima! Dev'essere St Bartholomy. Le lucette si fanno sempre più' grandi e un po' alla volta inizia a vedersi, grazie alla luce della luna, il contorno della terra. Ormai sono le 3 ma io non ho più' sonno, vorrei rimanere in piedi, vorrei non perdermi nemmeno un momento fino al nostro ingresso al porto. Ma vado a dormire, non voglio essere rimbecillita il mio primo giorno a terra. Mi sveglio varie volte e verso le 6 apro l'oblo' sopra la mia testa e mi aspetta uno spettacolo: la luna quasi ha raggiunto il mare davanti a noi e siamo circondati da isolette. Torno a dormire e al mio risveglio e' giorno, il mare e' turchese, pioviggina e siamo ormai vicino alla costa. Il capitano mi da il benvenuto a St Maartin, cosi si chiama il lato olandese dell'isola. Nico butta l'ancora. Siamo arrivati! Dobbiamo aspettare le 9 perche' il porto e' dentro una laguna alla quale si accede solo quando alzano un ponte a livello e questo succede in orari specifici del giorno. Ted si butta in acqua senza pensarci due volte e per una buona oretta non lo si vede più'. Iniziamo a pulire la barca, siamo tutti a palla, abbiamo una energia inspiegabile per le 7 di mattina. Forse e' adrenalina, felicita', smania di scendere a terra. Apre il ponte. Un ragazzo arriva col motoscafo a darci dritte per l'ingresso, un'altro da vicino al ponte ci dice di sbrigarci, altri ci salutano dalla costa. Tutti neri, belli come il sole. Mi piace sto posto!
Parcheggiamo Afrodita e, finalmente, mettiamo i piedi sulla terraferma. Ferma. Bah, in realta' io continuo a dondolarmi come se fossi ancora in barca! In poco tempo puliamo il ponte, ci docciamo e sotto una pioggia ad intermittenza andiamo a mangiare il nostro primo pranzo caraibico, per poi dividerci e andare ognuno a fare la sua perlustrazione in terra indiana. Io e Nico finiamo in un bar con wi-fi zone e ci facciamo due chiacchiere col tipo (bello, bello e bravo!) che ci dice che l'euro va male, che lui si informa e che l'Italia, la Grecia e il Portogallo hanno bei problemini. L'Italia specialmente. Eccola la'. E nemmeno gli avevamo detto che ero italiana. Ma pensa se devo arrivare in centro america per sentirmi alludere a Berlusconi. Chissa' cosa sta succedendo ora con quel Monti la'. Mmm...a me non mi entusuasma per niente sta cosa del tipo mandato dalla banca europea. E va beh, se n'e' andato il berlusca, dobbiamo essere contenti, no? mica si puo' stare a guardare il pelo nell'uovo. Comunque staremo a vedere. Intanto il tipo ci dice che qui gli euri non li vogliono, o al massimo te li considerano dello stesso valore dei dollari. Ok, capito, capito. Ancora non avevo avuto dollari in portafoglio.
Siamo stanchi, torniamo in barca a barci una birra e vedere foto di case di terra in Canada. Sono uguali a quelle in Patagonia. Il mondo e' piccolo.
Domani cerchiamo una barca che ci porti a sud.
Spero continuerai a scrivere anche dalla terra ferma ! Baci ai novelli "Colombo" . Mamma
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