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miércoles, 14 de diciembre de 2011

SAINT MARTIN/SINT MAARTEN

St Marten e' una piccola isola divisa in due: una parte, che si chiama Saint Marten e' francese e l'altra, dove c'e' il nostro porto turistico, e' olandese, o meglio, delle Antille olandesi e si chiama Sint Maarten. In entrambe la popolazione e' essenzialmente nera, discendente dagli schiavi africani portati dai coloni. Nella parte francese, che abbiamo visitato brevemente, parlano francese, dicono si mangi bene e ci sono dei begli edifici in legno con terrazze stile coloniale. Da qui si possono prendere i traghetti per St Barth, una delle isole più' care del pianeta e Saba, isola più' easy, ma sono abbastanza cari e se non hai abbastanza tempo non vale la pena per noi comuni mortali.

La parte olandese, che ho potuto conoscere meglio, e' molto turistica. Vicino al nostro porto, la Palapa Marina, che in particolare si dedica ai super yatch (la nostra barca a vela di 28 metri era una unghietta in confronto alle sue vicine), ce ne sono altri 3. La popolazione parla inglese, anche se ufficialmente parla anche olandese e nella pratica anche francese e spagnolo (per quanto riguarda lo spagnolo forse si tratta di gente venuta dalla Repubblica Domenicana per lavorare) ed e' abituata ai turisti e probabilmente anche riconoscente, dato che la loro economia e' basata esclusivamente sul turismo e sembra che non se la passino per niente male.

E' normale vedere in giro tanti abitanti dell'isola quanti bianchi, essenzialmente americani, ma anche europei (inglesi, olandesi e francesi). Questi si dividono tra ricconi proprietari di yatch, gente normale proprietaria di una barca a vela anche modesta, in cui magari vive e la crew, cioè ragazzi membri dell'equipaggio dei ricconi. Questi normalmente sono carini, biondi, se maschi con capelli corti e senza barba, vestiti di chiaro e con voglia di divertirsi e vivere cosi, tra una barca e l'altra e una birra e l'altra. A volte sembra si dimentichino che loro non sono i proprietari ma solo l'equipaggio e si atteggiano un po' da fighetti. I prezzi nell'isola sono alle stelle. Sembra di essere negli USA. Si paga tutto in dollari statunitensi, anche se loro una moneta ce l'hanno. Se paghi in euro ti fanno l'1 a 1 perciò' non conviene proprio (almeno per ora!).

La Palapa Marina è un'”isola che non c'è”. Il famoso Soggy Dollar, che ci aveva consigliato il tipo della barca con cui avevamo parlato alla radio durante la traversata, non è altro che il locale “giovane” del porto turistico rivolto alla gente che lavora negli yatch dei ricconi o ai tipi delle barchette a vela. La prima sera siamo voluti andare: era un mix tra festa erasmus, video di MTV yo-yo con le negrazze fighe e confraternita americana dei film. Un orrore. Le tipe del bar, se nere belle di natura, se bianche mezze nude ed eccessive per poter essere all'altezza delle nere, la spalmavano qua e là tra uno shot e l'altro a ritmo di musica. I tipi alla console, facevano tipo i papponi e gli americani sbavavano. Alcuni, tra una bava e l'altra, giocavano a bigliardo con la birra in mano. Scene interessanti ma non troppo invitanti. Comunque questo immagino sia niente. Quest'isola è molto viva e le notti sono molto lunghe. I locali abbondano e l'alcol pure. La gente viene qui per divertirsi e gli abitanti del posto hanno imparato i divertimenti dei turisti. Per strada ci sono addirittura cartelli che, spudoratamente, sotto una foto con 20 ragazze in costume (non ho capito perche' le ragazze delle foto son sempre bianche) dicono “intrattenimento per adulti” pubblicizzando un night club. Mi dispiace ma non sono entrata e quindi non so dire se le ragazze siano effettivamente bianche o se il pubblico sia formato solo da turisti ricchi o anche da abitanti comuni mortali.

Per spostarsi per l'isola ci sono taxi o autobus. Gli autobus sono la fine del mondo. Sono mini pulmini che si possono fermare in qualsiasi punto della strada (non ci sono fermate), ti accolgono con delle belle musiche, sono molto frequentati dai locali e al loro interno senti parlare tutte le lingue e un mix delle stesse. Anche l'autostop funziona abbastanza bene. La gente e' gentile, sorridente o al limite sganasciata. Ama la musica e i colori. Sembrano dei luoghi comuni, ma se vai all'aeroporto te ne rendi conto: di solito i nostri aeroporti sono soporiferi, con in sottofondo un unico rumore: un ronzio formato dall'aria condizionata e i rulli dei check in. Le hostess hanno un palo nel di dietro, se sorridono e' solo perché' le pagano per questo e ti dicono le solite due frasi imparate a memoria. Spesso ci sono degli schermi dove scorrono le news che ti ricordano quanto vanno male le cose e quanto fa schifo questo mondo. Nell'aeroporto di St Martin ai check in gli impiegati si mettono a chiacchierare con te, se la ridono tra loro e c'e' di sottofondo una musichetta natalizia-caraibica molto allegra che fa venir voglia di muoversi saltellando.

A due minuti dall'aeroporto c'è una spiaggia, dove puoi andare ad aspettare l'aereo sguazzando in acqua o bevendoti una birretta al bar. La peculiarita' di questa spiaggia e' che ti passano letteralmente gli aerei sopra la testa nell'atterraggio e, quando si preparano per decollare ti danno il culo e creano un tornado con i motori. La gente si diverte, nonostante i cartelli che dicono che e' pericoloso, a mettersi giusto nella traiettoria dei motori e molti vengono catapultati in acqua non dopo aver fatto un paio di capriole ed esser sbattuti sulla sabbia come se fossero bambole. A me sembra al quanto stupido, ma evidentemente anche questa e' una attrazione turistica, con tanto di cartoline che mostrano gli aerei a un palmo dal naso dei bagnanti.

Questa e' St Marten, come l'ho percepita io nei pochi giorni che abbiamo resistito prima di fuggire per non finire i soldi all'inizio del viaggio. Non abbiamo trovato nessuna barca che ci portasse a sud e, non essendoci traghetti, a parte quelli per Saba e St Barth, abbiamo preferito prendere un aereo (piccolino ad elica) per Trinidad and Tobago, dove speriamo ci aspetti una avventura un po' più' selvaggia, mare, dato che non ho ancora fatto il bagno, meno turisti e prezzi più' abbordabili.

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